La permacultura, cura della
terra e nuovo sbocco occupazionale
L’impatto derivante dal settore agricolo sta
spingendo sempre più agricoltori a sperimentare nuove pratiche agricole
ecologiche.
Tra queste abbiamo di recente scoperto la Permacultura ,
una pratica che cerca di imitare il funzionamento della natura e che comprende
tecniche agricole in grado di valorizzare il suolo.
Alla base di questa coltivazione vi è il non
alterare gli equilibri naturali del terreno, questo vuol dire che non andremo
ad eseguire nessuna lavorazione del terreno, nessuna fertilizzazione, e nessuna
rotazione. Per quanto riguarda le lavorazioni del terreno si esegue solamente
una rippatura a circa 40-50 cm
di profondità che deve essere eseguita con un ripper particolare che deve
sollevare, il terreno senza girarlo o frammentarlo ma consentendo un
arricchimento di ossigeno dello strado profondo in modo che le azioni
batteriche che verranno saranno aerobiche. Il fatto di non voltare ne
frammentare troppo il terreno serve per mantenere l’equilibrio di nutrienti, spore
e microrganismi e struttura del terreno che si vanno a creare. Questo stesso
motivo alimenta la pratica di non rotazione.
Per diventare esperti di permacultura esiste un percorso formativo composto da 72 ore.
Dopo il corso chi è interessato a continuare la formazione viene affidato ad un
tutor e lavora a un progetto che una volta approvato dalla commissione di
accreditamento dà luogo al rilascio del diploma. Finora in Italia si sono
diplomati in nove. In alcuni paesi la permacultura è stata riconosciuta,
diventando materia di corso universitario. Mentre negli Stati Uniti e in altri
paesi del nord del mondo la permacultura è diventata materia d’insegnamento.
Nel sud del mondo viene vista come una soluzione per rivitalizzare i villaggi e
frenare l’esodo nelle grandi metropoli.
fonti: http://ghiflo.altervista.org/Sito/articoli/37-vivere/290-permagricoltura-il-futuro-del-cibo-sano
Ufficio Stampa Junior
Fedele Rachele e Micalizzi Giuseppe
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