Il 12 aprile abbiamo avuto il piacere di visitare l’Istituto
agrario Cuppari, che fa parte integrante del nostro Istituto. Abbiamo girato
l’intera struttura, rendendoci conto che è un vero paradiso per gli
appassionati di architettura, presentando molti stili architettonici differenti
come:
"Svevo-Medievale dalla famiglia Vinciguerra;
Rinascimentale come i due chiostri;
Contemporaneo per l’adattamento da istituto religioso ad
agrario."
La storia del Cuppari inizia nel 1376 come monastero
benedettino donato dalla nobile famiglia messinese Vinciguerra. Il lavori di
ristrutturazione finiscono nel’400 e successivamente a fine XVI sec. Viene
ampliato per accogliere le spoglie di S. Placido. Il monastero è circondato da
ampie mura che racchiudono due chiostri; nel chiostro nord vi è conservato un
busto di Carlo V per ricordare la sua permanenza nell’istituto. Nel corso del
‘600 il monastero viene abbandonato a causa dei pericoli rappresenti dai
pirati. Nel 1800 il monastero viene confiscato dallo stato e dopo una breve
parentesi come colonia penale viene acquistato dalla provincia e trasformato in
un istituto agrario. Il tragico terremoto del 1908 rese necessario
l’abbattimento dei resti del piano superiore dell’edificio, fortunatamente i
chiostri rimasero illesi e così sopravvissero anche ai bombardamenti del
secondo conflitto mondiale.
Inoltre l’istituto ha una splendida vista sul mare, che
unita alla vicinanza con la città,
potrebbe essere sfruttata a livello turistico. Non a caso, di recente, la
scuola ha anche vinto un bando, attraverso il progetto Giovani per il Sociale,
che permetterà di ristrutturare parte dell’antico edificio per finalità legate al turismo sostenibile.
Il progetto, a quanto ne sappiamo, prevede la creazione di una
struttura per l’ospitalità, collegata alla fruizione dei percorsi trekking e
ciclo turistici del territorio. L’istituto si trova infatti in una zona di
pregio paesaggistico e naturalistico, lungo la quale convergono molti sentieri.
La presenza della cantina e dell’enoteca provinciale inoltre ha già permesso
di innescare processi turistici, sono infatti centinaia i turisti, anche in
gruppi organizzati, che ogni anno frequentano il posto per sorseggiare un
bicchiere del buonissimo vino doc. faro rosso, l’unica doc del comune di
Messina.
FIRMA
Michele Abriano
Francesco Bertè
Rachele Fedele
Giuseppe Micalizzi
Fonti Wikipedia
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