sabato 4 marzo 2017


La permacultura, cura della terra e nuovo sbocco occupazionale

L’impatto derivante dal settore agricolo sta spingendo sempre più agricoltori a sperimentare nuove pratiche agricole ecologiche.
Tra queste abbiamo di recente scoperto la Permacultura, una pratica che cerca di imitare il funzionamento della natura e che comprende tecniche agricole in grado di valorizzare il suolo.

La Permacultura è il frutto di esperienze decennali che, stanno portando avanti con successo questo tipo di coltivazione.
Alla base di questa coltivazione vi è il non alterare gli equilibri naturali del terreno, questo vuol dire che non andremo ad eseguire nessuna lavorazione del terreno, nessuna fertilizzazione, e nessuna rotazione. Per quanto riguarda le lavorazioni del terreno si esegue solamente una rippatura a circa 40-50 cm di profondità che deve essere eseguita con un ripper particolare che deve sollevare, il terreno senza girarlo o frammentarlo ma consentendo un arricchimento di ossigeno dello strado profondo in modo che le azioni batteriche che verranno saranno aerobiche. Il fatto di non voltare ne frammentare troppo il terreno serve per mantenere l’equilibrio di nutrienti, spore e microrganismi e struttura del terreno che si vanno a creare. Questo stesso motivo alimenta la pratica di non rotazione.
Per diventare esperti di permacultura esiste un percorso formativo composto da 72 ore. Dopo il corso chi è interessato a continuare la formazione viene affidato ad un tutor e lavora a un progetto che una volta approvato dalla commissione di accreditamento dà luogo al rilascio del diploma. Finora in Italia si sono diplomati in nove. In alcuni paesi la permacultura è stata riconosciuta, diventando materia di corso universitario. Mentre negli Stati Uniti e in altri paesi del nord del mondo la permacultura è diventata materia d’insegnamento. Nel sud del mondo viene vista come una soluzione per rivitalizzare i villaggi e frenare l’esodo nelle grandi metropoli.




Ufficio Stampa Junior

Fedele Rachele e Micalizzi Giuseppe

Consociazione tra piante

Un nuovo modo di coltivare, ortaggi sempre più buoni

Osservando la natura ci si è resi conto che esistono dei rapporti di mutuo-aiuto tra le piante oppure dei rapporti oppositori. Non tutte le piante, infatti, sono “compatibili” tra loro. Alcune piante hanno degli effetti negativi oppure non migliorano o peggiorano la crescita delle piante che circondano.

Col termine consociazione s’indica il coltivare diversi tipi di piante in uno stesso orto, per migliorare la crescita dei vari ortaggi; questa idea è nata, appunto, dall'osservazione della natura, dove non esiste una zona di verde dove si trova un unico tipo di pianta, ciò ha portato a credere che le varie associazioni di piante portassero benefici l’una all'altra.
Un altro miglioramento che questo tipo di coltivazione porta è quello sul terreno, infatti se per esempio si unisce un ciclo di coltivazione a breve termine con uno a lungo, dopo il raccolto ci sono meno possibilità che la terra venga infestata o erosa.
Diverse piante producono un’agente che migliora lo sviluppo e la crescita della pianta oltre al terreno.
Molte consociazioni creano così una barriera che impedisce ad insetti dannosi di infiltrarsi nelle coltivazioni. (pag. 2-3)
Per il corretto utilizzo di questo sistema agricolo ci sono alcune regole da seguire:
1)     Non coltivare piante le cui radici si trovano su lo stesso piano;
2)     Non coltivare piante della stessa famiglia;
3)     Mettere insieme piante con ciclo di coltura diverso;
4)     Se possibile usare piante di legumi per una maggiore quantità di azoto nell'aria;
5)     Cercare di coltivare piante di alto o medio consumo di azoto, di medio o basso, ma mai piantare ortaggi di alto consumo con uno di basso;
6)     Disporre le piante a riga, cercando di mettere le colture col ciclo più lungo al centro circondate da quello col ciclo più corto.

Alcuni esempi di consociazione tra ortaggi sono: cipolla e carota; questa consociazione è utile per la difesa da insetti nocivi, di solito vengono disposte in fila a circa 20 cm di distanza le une dalle altre, oppure al centro la cipolla e ai lati le carote; un altro esempio di questo metodo innovativo è quello della lattuga e cipolla, permettendo alla lattuga di crescere meglio quando vengono messi in modo alterno.



                                      




 Qui di sotto una tabella che mostra i migliori gruppi di ortaggi:

Queste tecniche sono molto usate dai “nuovi contadini” che coltivano con metodi sempre più ecologici. Pensiamo all'agricoltore biologico e biodinamico; il primo si occupa di coltivare in modo ecologico, seguendo un apposito disciplinare di produzione certificato; invece il biodinamico si occupa di studiare l’impatto che i vari organismi causano alla natura, oltre ad utilizzare solo fertilizzante organico per migliorare la crescita delle piante

FONTI: 


UFFICIO STAMPA JUNIOR: 
Michele Abriano
Francesco Bertè