sabato 17 dicembre 2016

ORTO-GETHER, COLTIVARE CONDIVIDENDO

 Il sogno di creare una grande distribuzione totalmente biologica basata su una rete di persone solidali che condividano esperienze legate alla natura e alla coltivazione naturale e al benessere del consumatore, è stato uno dei temi affrontato durante l’incontro domanda-offerta tenutosi giorno 16 dicembre 2016. Tra i vari partecipanti c’era anche Agostino De Coro dell’Associazione Orto-gether di Messina. L’associazione nasce da un gruppo di amici che ha deciso di imparare a gestire l’orto con metodi indirizzati ad aumentare ed rivalutare la fertilità della terra. L’obiettivo, ci dice Agostino, è quello della formazione e dell’autoformazione non solo in campo agricolo ma anche e soprattutto di rivalutare e promuovere attività sul territorio e favorire la socializzazione tra gli individui.
Una dei metodi a cui si ispira il gruppo è la permacultura una pratica di gestione di eco-sistemi umani e naturali ispirati alla natura. Secondo la permacultura è possibile progettare insediamenti umani sostenibili a basso input energetico ed alta efficienza.
Nel 2016 l’associazione ha vinto il bando creazione giovani, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Gioventù e dalla Regione Siciliana. Grazie a questi finanziamenti l’associazione potrà erogare corsi a basso costo rivolti a cittadini interessati a cambiare il loro stile di vita.
Il Sign. De Coro ha invitato i presenti a partecipare a dei corsi che si terranno tra il mese di Gennaio e Febbraio:·        

Introduzione alla Permacultura (13/14 Gennaio)
Tecniche di compostaggio (27/28 Gennaio)
 Permacultura urbana (10/11 Febbraio)

I corsi si svolgeranno nel centro diurno Camelot (ex Mandalari) e saranno condotti da un agricoltore di esperienza internazionale in progetti di Agroecologia.


Per maggiori info Associazione Orto-gether su Facebook


Ufficio Stampa Junior: Michele Abriano, Francesco Bertè, Rachele Fedele, Giuseppe Micalizzi

agricoltura biodinamica


Oggigiorno si sente sempre più parlare di agricoltura biologica, ma da dove nasce questa iniziativa? La risposta è dall’agricoltura bio-dinamica.
Nonostante simili, i due modi di coltivare la terra presentano alcune differenze:
L’agricoltura biologica è un metodo di coltivazione che prevede una certificazione e consiste nel produrre e coltivare senza apporto di concimi chimici e anti parassitari dannosi all’ambiente.
-L’ agricola biodinamica (come quella biologica) considera il suolo come un organismo vivente e cerca di farlo “vivere” in sintonia con l’ambiente in generale. Il terreno viene coltivato con il sistema delle rotazioni, per cui ogni anno si cerca di limitare la coltivazione a un unico tipo di pianta in uno stesso terreno il quale produce l’alimento per il terreno e per le piante coltivate, limitando così al minimo l’utilizzo di prodotti provenienti dall’esterno dell’azienda;
-L’agricoltore biodinamico cerca di utilizzare le forze cosmiche per migliorare la qualità dei propri prodotti, infatti è un agricoltore sa che la luna ha un effetto sulla coltivazione e ne usa i suoi effetti, coltivando, in base ai cicli lunari.
Per essere un agricoltore biodinamico, dunque, bisogna sapere anche osservare con attenzione i giorni in cui c’è una maggiore influenza dei pianeti.
Un’altra differenza importante tra agricoltura biologica e biodinamica è che questa prevede l’utilizzo di alcuni preparati a base minerale, vegetale e animale detti “preparati biodinamici”.
Questi preparati si dividono in due gruppi, i preparati da spruzzo e quelli da cumulo. Il primo è disciolto in acqua e poi distribuito sul terreno o sulla pianta stessa, l’altro viene utilizzato in cumuli di sostanza organica per migliorare la qualità e il livello di umidificazione.
Il sistema di agricoltura biodinamica nasce da un’idea del filosofo Rudolf Steiner che aveva la necessità di trovare una soluzione alle morti delle piante causata dall’utilizzo di prodotti chimici.
L’agricoltura bio-dinamica è molto più complessa di quella bio, ma entrambe possono migliorare la qualità della vita e salvaguardare l’ambiente.
In Sicilia la più importante azienda che si occupa di agricoltura bio-dinamica è la cooperativa Salamita, che abbiamo incontrato durante l’incontro domanda-offerta con gli imprenditori, organizzato dall’Azienda Speciale Servizi alle Imprese della Camera di Commercio di Messina, il 16 dicembre 2016.



Ufficio stampa junior: Michele Abriano, Francesco Bertè, Rachele Fedele, Giuseppe Micalizzi

sabato 3 dicembre 2016

VINI di NATURA

“VIVERA” NELLA NATURA


Durante la gita didattica del  27 ottobre 2016 abbiamo avuto la possibilità di conoscere un’altra cantina della zona Etna, la Cantina Vivera che produce vino con metodo biologico.
Siamo stati accolti da Eugenio Vivera, titolare dell’azienda vinicola. L’azienda è prettamente familiare infatti, le vigne vengono seguite direttamente da loro; Ognuno ha un suo ruolo, Eugenio è il direttore e la sorella si occupa di diffondere i marchi nel mondo, soprattutto in Giappone, in cerca di sponsor. In totale la famiglia Vivera posside in tutta la Sicilia circa 45 ettari di terreno: a corleone 27 ettari, a chiaramonti gulfi 4 ettari ma solo 35 vengono adoperati per i vigneti e i restanti vengono utilizzati per la produzione di alberi di ulivo. Nel 2002 viene acquistata da parte della famiglia vivera una tenuta sull’Etna, vicino alla contrata martinella circondata da vigneti dove è possibile produrre e imbottigliare. L’uva raccolta nei vari territori viene trasportata poi in cantina sull’Etna.  Il signor Vivera ha confessato che il principale pericolo di questo trasporto è il surriscaldamento dell’uva ma grazie alle moderne tecniche fino a questo momento tutta la fase di produzione è stata sempre assicurata con successo.

 Nel 2011 i proprietari hanno notato che il terreno presenta minerali diversi anche a 100 m di distanza per questo motivo nell’etichetta del vino è presente il nome della contrada. L’azienda produce circa 150 mila bottiglie, ma potenzialmente potrebbero riuscire ad arrivare a produrre anche 200-220 mila bottiglie. Si servono di computer per monitorare l’uva in modo tale da sapere anche a distanza di anni l’uva che è stata inserita nelle casse. Il vino è in continua sperimentazione perché cambiando anche una piccola variabile cambia tutto il vino. La cantina è divisa in varie stanze e ogni stanza è dipinta con diversi colori. La stanza gialla è destinata all ‘affinamento in bottiglia del vino. Le bottiglie vengono messe in verticale in modo tale che il tappo si espanda e aderisca alla bottiglia. La stanza è dipinta di giallo poiché essendo interrata cercano di portare il sole all’interno. La sala rossa impedisce l’entrata della luce e indica che il vino è in lavorazione. La sala verde invece viene adoperata per l’imbottigliamento del vino. Quest’azienda si distingue anche per il marchio biologico, ottenuto grazie a una produzione sostenibile e rispettosa dell’ambiente e del territorio.


Per maggiori info: vivera.it

Michele Abriano
Francesco Bertè
Rachele Fedele
Giuseppe Micalizzi

Il "PLANETA" del vino

Il “PLANETA” del VINO

Tra le attività più interessanti che abbiamo fatto come ufficio stampa junior vorremo segnalare la visita didattica alla cantina Planeta, il  27 ottobre 2016.

La gita didattica è stata parte del percorso fatto dai ragazzi coinvolti nel progetto Green Jobs Young, accompagnati anche da noi in qualità di reporter.

L’azienda che si trova in zona Etna, tra i 750 e 1000 metri è stata fondata da Planeta Diego nel 1985. Dopo dieci anni di sperimentazione, con l’uva Chardonnay, l’azienda ha prodotto il suo  primo vino.
Abbiamo parlato con Dario, il sommelier dell’azienda, chiedendo se la pietra lavica era fertile. Dario, visibilmente appassionato, ha risposto che: “Il terreno vulcanico dopo molti anni diventa molto più fertile dell’argilla, ragion per cui è stata scelto proprio questo territorio.”

Dario ci ha fatto anche notare che la cantina è stata costruita per essere in armonia con l’ambiente. L’idea, infatti,  era quella di costruire una cantina invisibile dalle strade per non deturpare il panorama.

Nel territorio dell’azienda sono coltivati diversi tipi di vigne, il Nerello è piantato da est a ovest, il Carricante opposto al Nerello. Il territorio è pericoloso per le vigne, non per il rischio di eruzione, ma per grandine e pioggia; questo può far rialzare il costo del vino. Le vigne si trovano tra l’Etna la valle dell’Alcantara e dietro il mare, queste posizioni, però, favoriscono un miglior assorbimento delle piogge. Venticinque anni fa, la vendemmia terminava a settembre, ciò rendeva il vino di bassa qualità poiché l’uva era arida; da 15 anni per la vendemmia si aspetta ottobre per una migliore maturazione. Abbiamo scoperto anche che non tutti i vini hanno lo stesso tipo di fermentazione, infatti l’Etna rosso DOC fermenta meglio nelle botti d’acciaio e riposa per circa 3 anni, il Nerello dopo la fermentazione necessita di anni di riposo in botti di rovere mentre al Nerello non piace invecchiare nelle botti piccole.
L’azienda ha riutilizzato il Palmento, zona in cui era lavorata l’uva grazie alla forza gravitazionale fino a 200 anni fa, trasformandolo in un negozio. 
La guida Dario il sommelier ha dato alcuni consigli agli studenti, soprattutto di non puntare tutto su un unico territorio. Infatti l’azienda Planeta possiede oltre 300 ettari divisi in tutta la Sicilia: a Noto, a Capo Milazzo, a Melfi e a Vittoria.
Alla domanda “chi prendereste a lavorare per voi?”, il sommelier ha risposto il candidato ideale ha  una buona conoscenza dell’inglese, una passione per la Sicilia, dovrebbe conoscere la nostra terra ed il nostro territorio ma soprattutto essere creativo e in grado di appassionare i visitatori.




Per maggiori info:planeta.it

Michele Abriano
Francesco Bertè
Rachele Fedele 
Giuseppe Micalizzi